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Il grafico in alto mostra l’esponenziale crescita del patrimonio gestito dagli ETF che, a fine 2020, ha raggiunto i 7.500 miliardi di USD nel mondo; a fine 2021 10.000 miliardi. In Italia siamo a 100 miliardi di Euro. A scapito, ovviamente, dei fondi comuni tradizionali.

Il 26 giugno 2021 PLUS24, l’utile supplemento del sabato del Sole24Ore, pubblicava un confronto tra l’ ETF IShares Stoxx Europe Select Dividend 30 e gli analoghi fondi comuni tradizionali investiti nello stesso ambito azionario. Si tratta di fondi che investono in società europee in grado di distribuire elevati dividendi.

Il risultato è stato una vera “debacle” per i gestori di fondi comuni, sonoramente battuti dall’ ETF selezionato. Ecco i risultati riportati dal Sole24Ore.

  • Nessun fondo comune, su 71 analizzati, ha avuto una performance superiore all’ ETF.
  • Ben 12 fondi comuni su 71 sono riusciti a perdere denaro quando l’ ETF, nel triennio analizzato, ha guadagnato il 20%.
  • Il costo annuo dell’ ETF selezionato è pari a 0,31%.
  • Tra i peggiori fondi comuni della categoria si notano blasonate società di gestione con costi annui  dei relativi fondi compresi tra 1,8% e 2,6% e commissioni di entrata fino al 5%.

Certamente analoghi confronti per altri settori di investimento porteranno a medesime conclusioni, visto che si stima che l’ 80% dei fondi comuni è battuto dai relativi ETF. E la sovraperformance, quando esiste, è di breve durata.

A discolpa dei gestori deve essere ricordato che lavorano con handicap: quando si hanno costi  di gestione che vanno dal 2 al 4% annuo, è veramente impossibile battere l’ ETF che ha costi dello 0,30% annuo. La matematica non è mai stata un’opinione né, per fortuna,  mai lo sarà…