Abbiamo voluto rendere un piccolo omaggio al grande Lucio Dalla e fornirvi gli strumenti per meglio prepararvi ai vostri investimenti nel 2023.

Titoli di stato e obbligazioni.

Dopo un 2022 disastroso, per il rialzo dei tassi di interesse, crediamo che torneranno a dare soddisfazioni nel prossimo anno. Consigliamo, in primo luogo, i titoli di stato agganciati all’inflazione per difenderci da un costo della vita che, in Italia, a novembre sfiora il 12% !!! Rendimenti cedolari al 7 – 8% sono attualmente offerti dai titoli di stato emergenti e dalle obbligazioni ad alto rendimento in Euro. Il rendimento di queste ultime potrebbe ulteriormente salire fino al 10% ed oltre se si realizzasse la recessione in Europa. Ma, in tal caso, saremmo ulteriormente compratori, ovviamente diversificando con ETF. Un ETF su obbligazioni aziendali in Euro ad alta affidabilità offre cedole  del  3,9% annuo, quanto un BTP decennale ma con una diversificazione ben maggiore, un rating creditizio migliore  e una minore sensibilità al rialzo dei tassi. Un ETF in obbligazioni bancarie convertibili, emesse dalle più grandi e solide banche europee, offre un reddito cedolare annuo del 7%, al netto delle spese di copertura del rischio valutario: un modo per finalmente farsi remunerare giustamente dalle istituzioni bancarie…

Azioni.

La borsa americana continua ad avere una impostazione ribassista che, al momento attuale, sconsiglia acquisti su questo mercato.  La curva dei  rendimenti USA è invertita: ossia il titolo di stato a 2 anni rende più di quello a 10 anni. Questo indica un’alta probabilità di rallentamento economico o recessione, e di contrazione degli utili societari. Improbabile che lo S&P500 riesca nel primo trimestre  2023 a superare i 4.300 punti.

Interessante la forza dimostrata dalle borse europee, nonostante la guerra in Ucraina. Nel 2022 hanno perso meno della borsa USA. Le valutazioni risultano più economiche che a Wall Street. Continuiamo a mantenere in portafoglio il settore delle energie tradizionali (petrolio e gas) su cui nel 2022 il guadagno è stato superiore al 50%. I mercati azionari emergenti non hanno nel complesso brillato nell’ultimo decennio, ma le loro valutazioni sono a sconto sia in Asia che in America Latina. Il 2023 potrebbe segnare il loro riscatto. Molto interessante il Giappone con la copertura del rischio di cambio contro yen.

Materie Prime.

Hanno dato grandi soddisfazioni nel 2022 e ne abbiamo approfittato: +20% la performance ad un anno in Euro. Ma se si realizzasse il quadro recessivo, sicuramente soffrirebbero, in relazione a un calo della domanda industriale. Importante che il Bloomberg Commodity Index si mantenga sopra il valore di 110; al di sotto aumentano le probabilità di un sensibile indebolimento dell’economia mondiale e dei mercati azionari. Interessanti le materie prime agricole, con situazione sbilanciata a favore della domanda.

Segui con questo link il Bloomberg Commodity Index

https://www.investing.com/indices/bloomberg-commodity

Il calo delle materie prime, già iniziato, porterà inevitabilmente a un calo dell’inflazione, favorito dalla minore crescita economica mondiale,  e questo sarà di forte supporto ai titoli di stato e alle obbligazioni a tasso fisso.

Cambio Euro/Dollaro USA.

Il 2022 è stato un anno di grande forza per il Dollaro USA che ha regalato a un investitore europeo un rendimento dell’8%. Ma a dicembre 2022 sono comparsi segnali  di debolezza per la valuta americana nei confronti sia dell’Euro che dello Yen. Anche l’economia USA ha qualche problema legato al rialzo dei tassi e all’inflazione. E, probabilmente, capitali si stanno allontanando da Wall Street per tornare a casa.

Gli operatori professionali guardano al Dollar Index che rappresenta la forza della valuta americana contro le principali valute mondiali. Il calo sotto 106-105 è attualmente una prima spia di debolezza. Al contrario un eventuale  ritorno sopra 106 del Dollar Index sarebbe un segnale di nuovo vigore della valuta USA. Non fate previsioni: seguite il mercato che è espressione dell’opinione di  milioni di investitori !!!

Ovviamente un rialzo del cambio EURO/USD  colpirà gli investimenti in Dollari non protetti dal rischio di cambio. E questo noi lo evitiamo con ETF dedicati (ETF Hedged).

Segui con questo link il Dollar Index.

https://www.investing.com/currencies/us-dollar-index

Oro.

Resta ancora un asset da conservare in un’epoca di alta inflazione e tensioni militari.  Finchè resta sopra i 1.600 dollari, riteniamo probabile una risalita a 2.000 dollari. Una eventuale debolezza del Dollaro USA sarà di grande sostegno all’Oro.

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