Nello scorso articolo del 24 febbraio “Guerra; che fare?“, presente a fine home page, avevamo affermato che l’Europa avrebbe patito le conseguenze maggiori dall’invasione russa dell’Ucraina. I mercati azionari ci hanno dato ragione. Infatti, mentre Wall Street ha ripreso la salita dai minimi del 24 febbraio, le borse dell’Eurozona hanno continuato la discesa, con anche il meno 6% della borsa milanese il 4 marzo scorso.

Ribadiamo che, a parte l’ubicazione geografica vicina al conflitto, l’Europa paga la mancanza di autonomia energetica ed alimentare (grano) dall’area in conflitto. Al contrario degli USA, esportatori netti di idrocarburi e cereali. Un esempio pratico è il prezzo del gas naturale: negli USA è raddoppiato in un anno, in Europa è aumentato di oltre dieci volte. Il risultato è un forte aumento dell’inflazione che in Italia ha raggiunto il +5,7% annuo. Con grande pena per chi, caparbiamente, si ostina a tenere i propri risparmi sul conto corrente, rinunciando a flussi cedolari anche del 6% annuo da strumenti obbligazionari.

In queste condizioni le aziende tendono a ridurre i profitti per il maggior costo dell’energia, mentre i consumatori riducono le spese per sostenere l’aumento dei costi di gas, elettricità e trasporti. Temiamo seriamente che, a breve, registreremo una forte contrazione dell’attività economica in Europa. A meno che, scenario meno probabile, venga trovata una rapida risoluzione del conflitto. Dal punto di vista tecnico il petrolio potrebbe anche raggiungere i 145 dollari al barile, equivalenti al massimo storico del lontano 2008.

In condizioni così difficili di mercato, con cali del 15-20% dei mercati azionari da inizio anno, i nostri Clienti Premium hanno realizzato profitti investendo in azioni energetiche, Oro, metalli industriali. Vedi l’articolo del 23 gennaio scorso 

https://investetf.it/investire-in-lingotti-d-oro/

Oggi è più che mai importante diversificare gli investimenti nel mondo, riducendo drasticamente l’esposizione all’Europa, andando alla ricerca di settori e paesi meno esposti alle conseguenze economiche del conflitto in Ucraina. Wall Street resta un porto sicuro, come il dollaro  USA sul quale abbiamo investito attraverso l’Oro, che in dollari è quotato. Soglia tecnica da monitorare sono i 4.200 punti dell’S&P 500, al di sopra della quale la situazione della borsa USA resta positiva.

ANALISI  AZIONARIO ITALIA (06/03/2022)

La guerra in Ucraina ha colpito duramente il nostro mercato azionario, con cali dell’indice FTSEMIB fino a 22.500 punti. Nonostante il calo del 20% dall’inizio dell’anno non consigliamo ancora l’acquisto di azioni italiane per i motivi esposti nell’analisi presentata sopra sui mercati globali.

Osservando l’Eurostoxx 50 e il DAX, i più seguiti indici azionari dell’Eurozona, riteniamo possibili cali ulteriori del 10-20% il che significherebbe vedere il FTSEMIB almeno a 20.000 punti, se non 18.000. Speriamo di sbagliarci…

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