Nonostante cinque miliardi di utili nel primo trimestre 2023, le principali banche italiane non offrono quasi alcun interesse sui nostri conti correnti. Pertanto, allo stato attuale, i soldi lasciati sui conti correnti producono una perdita in potere di acquisto pari all’inflazione: 8% ad aprile 2023.

Gli ETF possono essere utili per gestire questa liquidità presente sui conti correnti. Due grandi emittenti offrono ETF che hanno l’obiettivo di replicare l’ Euro Short Term Rate, ossia il tasso Euro a breve termine, attualmente pari al 3,4% (dato aggiornato a 4 giugno 2023). L’Euro Short Term Rate riflette i costi dei prestiti overnight non garantiti in euro  delle banche situate nell’area dell’euro ed è strettamente legato ai tassi di riferimento della Banca Centrale Europea. Se questa continuasse ad alzare i tassi vedremo salire il tasso Euro a breve termine fino al 3,7% o 4% e quindi salirebbero i rendimenti di questi ETF.

Questi ETF per la gestione della liquidità presentano alcuni vantaggi rispetto ai conti deposito:

  • sono acquistabili dal proprio conto corrente
  • non richiedono aperture di nuovi conti corrente e trasferimenti di denaro
  • non sono depositi vincolati, nel senso che, in qualsiasi momento, puoi vendere anche parzialmente le quote dell’ETF
  • non sono tassati finchè le quote dell’ETF non vengano vendute, quindi anche per anni
  • la tassazione di questi ETF è del 12,5% per la parte investita in titoli di stato, al contrario dei conti deposito sempre tassati al 26%.

Ovviamente il rendimento dell’ETF non è garantito, ma in epoca di tassi analoghi agli attuali si sono ottenuti rendimenti pari ai tassi a breve termine dell’area Euro. Se non superiori.

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