L’analisi tecnica studia l’andamento di prezzi e volumi sui mercati finanziari. Non è uno strumento di analisi perfetto ma, nella sua semplicità, offre informazioni di alto valore operativo; infatti è utilizzata da molti operatori professionali. Il suo valore si potenzia quando usata in associazione all’analisi fondamentale che studia l’aspetto più prettamente economico di un mercato finanziario o di una singola società.

L’ S&P500, come da noi previsto nell’analisi dei mercati finanziari del 22 gennaio, è sceso a toccare i 4.250 punti. Allo stato attuale l’analisi tecnica indica chiaramente che, finche l’indice resta sopra ai 4.200 punti, è consigliabile  comprare azioni. Il cedimento confermato dei 4.200 punti aprirebbe uno scenario ribassista che è, attualmente, il meno probabile.

A favore di una evoluzione positiva per le azioni c’è anche la statistica: in undici casi su dodici in cui la banca centrale USA (FED) ha iniziato una manovra di rialzo dei tassi di interesse, Wall Street è salita del 9% medio annuo. E i tassi USA verranno alzati a partire da marzo 2022.

Se la banca centrale USA inizia ad alzare i tassi, significa che all’orizzonte non c’è un rischio di recessione economica. Questo rischio è molto più reale quando la FED inizia ad abbassare i tassi come accadde nel 2001 e nel 2007. E, infatti, in entrambi i casi seguirono recessione economica e crollo dei mercati azionari.

Per fortuna a tenere le redini della politica monetaria USA ci sono uomini che, disponendo di dati dettagliati e affidabili, possono elaborare decisioni con ragionevole efficacia.