Abbiamo svolto una analisi di performance dei nostri portafogli di ETF da inizio gennaio 2014 a fine dicembre 2023. Dieci anni caratterizzati da crisi con COVID, guerra in Ucraina, rialzo dell’inflazione e dei tassi di interesse: da sottozero al 4,5% in Europa. Ecco i risultati:

PORTAFOGLIO ETF ACCUMULAZIONE    35% AZIONARIO:         RISULTATO   +59%

PORTAFOGLIO   ETF ACCUMULAZIONE  70% AZIONARIO:        RISULTATO    +90%

Analisi delle performance 

  • I veri trascinatori delle performance sono stati: l’ AZIONARIO MONDIALE con copertura del rischio valutario  performance del 118% e l’ORO  con performance del 105%. Sorprendente la performance del metallo giallo  favorita dai bassi tassi di interesse del decennio e dall’apprezzamento del Dollaro USA. Ma non illudetevi: trattasi di un caso anomalo perché storicamente l’ORO offre rendimenti nettamente inferiori all’azionario, in quanto considerato bene rifugio. Inoltre a inizio 2014 l’Oro, quotato in Euro, veniva da un ribasso del 35%. Mai generalizzare i risultati di un decennio. Se l’analisi fosse partita da ottobre 2012 la performance dell’ORO in Euro sarebbe stata del 34%. quella dell’ ETF azionario mondiale il 173%.
  • In seconda posizione l’AZIONARIO EMERGENTE con un risultato del 57%, meno della metà dell’azionario dei paesi sviluppati. A riprova che la maggiore crescita economica dei paesi emergenti non è stata in grado di determinare una maggiore crescita dei mercati azionari. Poi da inizio 2021 si è messa di traverso la borsa cinese capace di perdere metà del suo valore in Euro, nonostante le raccomandazioni d’acquisto corali dei gestori internazionali di patrimoni. Un consiglio: diffidate di investire in paesi dove la democrazia è carente o assente. La democrazia è terreno fertile per la crescita economica.
  • Infine un 28% di performance è stato fornito sia dai titoli di stato dell’Eurozona legati all’inflazione che dalle obbligazioni ad alto rendimento in Euro. Risultati mediocri determinato dal forte rialzo dei tassi di interesse avvenuti nel 2022, in conseguenza dal rialzo dell’inflazione. Questo porta a due considerazioni: comprare titoli di stato e obbligazioni quando i rendimenti sono alti ( dal 4% all’8% secondo le varie tipologie). In periodi di inflazione crescente comprare materie prime che, da luglio 2021 a luglio 2022, hanno reso il 40% mentre i prezzi di titoli di stato e obbligazioni scendevano in picchiata.
  •  Le nostre analisi quantitative adiuvate da software dedicati, testati su sessanta anni di mercati finanziari,  sono fondamentali per ottimizzare i livelli di acquisto e di presa di profitto nelle varie asset class disponibili.
  • Un’ultima considerazione nei nostri portafogli non abbiamo considerato il BITCOIN che nel decennio si è moltiplicato di 54 volte ( da 805 a 43.000 USD). Ma adesso le cose sono cambiate e abbiamo la possibilità di investirci attraverso una grande banca italiana che, peraltro, provvede anche al pagamento delle trattenute fiscali se dovute. Peraltro l’investimento in BITCOIN avviene attraverso ETC che permettono di compensare minusvalenze maturate nei quattro anni precedenti.
  • Al contrario delle gestioni patrimoniali, fondi pensione, immobili  gli ETF ad accumulazione non sono sottoposti a tassazione, anche per dieci o trenta anni, finché il risparmiatore non decide di incassare quote dell’ETF in guadagno. Questo permette alla quota destinata al fisco di partecipare per decenni alla crescita del capitale, il che non è un vantaggio trascurabile.
  • Le performance passate non sono garantite ma neppure escluse.

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